La mia Storia professionale.



Giansanto Rizzotti, 55 anni

Sono nato in Italia, a Taranto, il 14 Dicembre del 1957. Ma vivo e lavoro in Svizzera e in Italia.

Mi occupo di comunicazione da 35 anni.
Nelle mie esperienze professionali ho potuto operare con tutte le forme di comunicazione.
Ho operato, sempre, nel segmento creativo delle attività di advertising e nella filiera di produzione tv.
Ho operato come art director, ma anche come copywriter, o come regista di spot, infomercial, telepromozioni, trasmissioni tv, documentari industriali.
Ho lavorato come direttore del team progettuale di una web agency/internet provider per 10 anni.
Sono stato responsabile dell’ufficio comunicazione di una grande azienda del settore automotive, gestendo forti investimenti nell’adv off line e on line.
E ultimamente mi sono occupato di progetti di canali tematici.

2012.
Ora con il mio studio di comunicazione giansanto&friends ho coniugato la mia passione per il wellness sia come praticante di fitness che come ricercatore ( ho studiato per 3 anni il mercato), con l'attività televisiva.
Infatti per il gruppo editoriale Media edizioni, ho progettato e realizzato, come direzione creativa, il primo canale sul wellness, su sat, piattaforma SKY all'837, digitale terrestre e Iptv:
TVB, la tv del benessere.

2009.
Art director di WE.communication, Lugano, switzerland. http://www.wecommunication.ch/

2009.
Opero come free lance con un parco clienti di una cinquantina di aziende in Italia.

2008/2009.
Alla fine dell’estate 2008 sono rientrato in daddario.it spa come responsabile creativo presso la Direzione generale Italia, settore automotive.
Mi sono occupato di Brand identity, pianificazione campagne adv delle società del gruppo, supervisor delle produzioni dei prodotti di comunicazione off/on line. Direzione creativa sul campo, contents management delle attività on line.
La Daddario.it Spa commercializza e noleggia auto nuove , km o e semestrali in tutta l’Italia attraverso showroom, retail esterno e e-commerce su internet . Volume di affari 300 ml di Euro

2007/2008
Responsabile dei contenuti dei canali televisivi digitali terrestri di Telenorba spa, Conversano, Bari, Italia..
In ossequio al mio incarico, ho realizzato quattro progetti di tv tematiche per la loro disponibilità di canali già attivi nel digitale terrestre. Ho curato personalmente l’ideazione, la progettazione tecnica, i relativi business plan. Inoltre, ne ho curato la presentazione ad alcuni stakeholder . I canali avranno attivazione entro il 2010.
Telenorba spa è la più grande emittente locale esistente in Italia, oltre 2.000.000 di telespettatori nel giorno medio, quasi 4 regioni coperte, 6.600.00 abitanti, circa 120 ml di euro di fatturato.

2004/2007
Responsabile creativo del Gruppo daddario.it, presso la Direzione generale Italia, settore automotive.
Mi sono occupato di Brand identity, pianificazione campagne adv delle società del gruppo, supervisor delle produzioni dei prodotti di comunicazione off/on line. Direzione creativa sul campo, contents management delle attività on line.
La Daddario.it commercializza e noleggia auto nuove , km o e semestrali in tutta l’Italia attraverso showroom, retail esterno e e-commerce su intenet . Volume di affari 300 ml di Euro.

1994/2004
Nel 1994, in un viaggio negli Stati Uniti, ho avuto l’occasione di conoscere internet ed il web. Il fenomeno era agli inizi ma mi furono subito chiare le potenzialità. Ritornato in Italia, ho costituito una società a responsabilità limitata,. Planetario, che ho diretto sino al 2004. Abbiamo attraversato, in questi anni, tutto lo sviluppo di internet trasformandoci da internet provider a web agency arrivando ad assumere expertise anche nella programmazione pura per sviluppare l’interessante campo delle applicazioni ERP web based.
Nel 1999 abbiamo realizzato un portale su web, nazionale, di informazione locale, in tempo reale in collaborazione con 30 emittenti locali italiane. All’uopo mi sono trasferito su Milano per dirigere le attività di vendita delle pianificazione sul portale web con la concessionaria CIERRETI di Milano.

1989/1994
Nel gruppo Telenorba sono entrato per i primi due anni come responsabile di produzione della documentaristica e della produzione di spot audio e video. La mia struttura affiancava la concessionaria di pubblicità captive (FonoVipi Spa) nelle trattative per ottimizzare la pianificazione e per realizzare gli strumenti necessari (spot, jiunglee, telepromozioni, infomercials e anche visual stampa poiché il gruppo edita alcune riviste periodiche).

In questo periodo ho vinto uno Spot awards come direzione creativa e regia (1993) e una nomination (1992) con gli stessi incarichi.

Nel restante periodo sono passato alla Direzione di produzione, gestendo la produzione dei programmi degli interi palinsesti dei tre canali analogici. dell’emittente.

1986/1989
Studio 100 tv è una emittente televisiva locale che diffonde il suo segnale in Puglia, fattura oggi 30 mil. di euro. Per questa emittente mi sono occupato nella concessionaria del gruppo, Soluzioni srl, di affiancare gli account nelle pianificazioni dei clienti più importanti e della realizzazione dei relativi spot e infomercials. Con questa società ho ideato il progetto di brand identity di Divani&Divani del gruppo Natuzzi e del lancio pubblicitario di inizio attività.

1980/1988
Nel 1980 Interrompo gli studi per andare a lavorare a Roma come aiuto operatore. Tornato a Taranto inizio la produzione di spot, la realizzazione di campagne pubblicitarie come free lance alternando questa modalità di lavoro a rapporti dipendenti con aziende.

PRINCIPALI BRAND PER LE QUALI HO LAVORATO ATTRAVERSO I MIEI INCARICHI:
NATUZZI, TELECOM ITALIA SPA, IPERCOOP, DADDARIO.IT SPA, RAI, MEDIASET, FONDAZIONE CRAXI, CONSORZIO NAZIONALE RISCOSSIONI, MAXDIVANI, MOSTRA DEL LIBRO ANTICO, BIBLIOTECA DI VIA SENATO, IL CIRCOLO ( PRESIDENTE Marcello Dell’Utri), ECC.

EXPERTISE:
conoscenze delle tecniche di montaggio, ripresa, di regia televisiva e direzione di fotografia, perfetta conoscenza delle tecnologie di internet e del web, conoscenza del mercato dell’adv on line/offline, esperto di programmi vettoriali e di fotoritocco, conoscenza delle problematiche della stampa offset e digitale.
Grande passione per l’analisi delle basi dati.

Pagina in linkedin


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lunedì 17 novembre 2008

intervento su una discussione in Linkedin. Il tema era la comunicazione digitale


Grazie al Presidente (uomo di grandissima vitalità intellettuale) che ha creato questo gruppo di cui indegnamente faccio parte, ho rimosso i freni inibitori che impediscono le mie articolazioni motorie estreme quando si tratta di partecipare a un dibattito in bit.
Paradosso dantesco, pur procurandomi proteine, vitamine e carboidrati… (e acc. grassi) attraverso la manipolazione di segnali digitali al fine di veicolare comunicazione, contenuti editoriali, brands e prodotti, prediligo ancora la conversazione in atomi magari alleggerita da apposito comodo, morbido piano di appoggio, e poi sigaro o pipa e rum ( o single malt).
Banalmente credo che dovremmo focalizzare la questione sulla vera tragedia che è in atto: continuiamo a inventare nuove superfici digitalizzate per poter affidare loro messaggi (che a mio parere poi rimangono sempre broadcast) di qualsivoglia natura e non facciamo i conti con alcuni aspetti dell’umana verità, lasciando decidere a matematici studi sociologici che ignorano le rivoluzioni interiori che stiamo, grazie a un Dio, ognuno si scelga il Suo o no, vivendo.
Quindi pongo alcune questioni.
La prima. E’ giusto o no dire che ci stiamo assuefacendo alla presenza di digital signal al relativo melting pot di infomercial, edutainment, infotainment ed entertainment?
Possiamo affermare che stiamo parcellizzando il potenziale di redemption di ogni iniziativa di comunicazione a causa della quantità infinita di digital device disponibili, vanificando gli investimenti?
E’ giusto o no affermare che oramai non ci chiediamo più se un P.C.C (povero cristo consumatore) abbia veramente interesse o voglia di assorbire infobit in qualsiasi momento della giornata?
E’ giusto o no affermare che i comunicatori di professione non si stanno minimante interrogando sul fatto che la tecnologia è avanzata e il mondo della comunicazione ha accumulato un ritardo jurassico rispetto alle abitudini della digital generation che oramai sta subentrando alle precedenti generazioni?
Ad esempio cito gli spot, quegli odiosi strumenti che abbiamo inventato per evitare ipocritamente di disturbare quel rompiscatole di consumatore che per anni ha comprato sulle basi delle emozioni o della suadenza dimenticando di leggere l’etichetta dei prodotti rimanendo poi puntualmente deluso che la strafiga uguale a quello dello spot non se lo filava nonostante il profumo che doveva garantirgli di non chieder-gliela mai.
Ah il Carosello! Aveva il coraggio di appropriarsi dello spazio tv con pari dignità del programma pre/succedente senza infilarsi in mezzo come l’ipocrita timida ma di fatto omnipresente fascia pubblicitaria sempre dalla parte della marca ma apparentemente pro – consumer.
Oggi che il modello di palinsesto tv generalista è in in crisi, che i format cambiano pelle, se non in termini di contenuti editoriali, di formati temporali, noi propiniamo ancora spot da 30 secondi.
E l’interattività?
Vogliamo presuntuosamente affermare che la tv broadcast non va più. Il palinsesto è mio e lo devo gestire io. E se non ne ho voglia? Ti pago per studiarmi, per inserirmi in un target, conosci le mie abitudini, i miei orari, i miei gusti. E allora c.! fammelo tu il palinsesto che non ho tempo. Nemmeno per guardare quello che ho registrato.
E i servizi interattivi della televisione digitale terrestre?
Follia! guardate i dati e vedrete sparire i decoder con mhp nel giro di qualche anno.
Ed è giusto, a mio parere.
Sul divano preferirei addirittura i comandi vocali. Non voglio nemmeno utilizzare le dita. Ma nemmeno le synapsi, per cambiare un canale!
Se devo interagire (perché l’interattività è come il sesso, lo dobbiamo volere almeno in due) uso lo strumento che la mia mente ha registrato come device apposito. Il pc, la playstation, vah! Ci metto anche il cell!
Ed è vero che oramai le brand si costruiscono fuori dalle campagne pubblicitarie?
E’ vero che i prodotti sono oramai promossi e promozionati dagli utenti stessi, userbyuser?
Perché tanta mancanza di coraggio da parte delle marche nell’usare il feedback, grande invenzione di ebay?
Perché tanta disattenzione nei confronti di un mercato di consumatori oramai responsabile e decisionista?
E perché un uso così banale dei digital signage?
Pensate a quelli delle autostrade, Sanno bene tutti che senza le cinture sei un fesso. Ma non mi farà cambiare idea il display.
Prova a scrivere che ci sono settecento telecamere che ti guardano e stanno controllando la velocità e otterrai il rispetto dei limiti di velocità, le cinture e il cellulare spento. E qualche consumatore vivo in più.
Insomma credo che la questione sia il contenuto e non i digital veicles.
Ed è la bella e la cattiva notizia.

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